“SHE IS A SCIENTIST è un ombrello, dove conoscere e ripararsi” sono le parole che Virginia Brancato usa per descrivere l’associazione di cui facciamo parte. Ed è anche grazie lei, per il suo carico di parole gentili sempre pronto e per la sua abilità di far sentire le persone a proprio agio, se possiamo definire SHE IS A SCIENTIST un posto dove si ha la libertà di esprimersi e di mostrarsi senza filtri.

Virginia è una di quelle persone che riesce sempre a trovare il modo di risolvere una situazione, trasformando un’apparente difficoltà in un’opportunità. Anche incassando un colpo, se necessario, ma senza lasciarsi trascinare troppo dagli eventi: “ ‘ogni impedimento è giovamento’, dice mia mamma”, mi racconta. E, per un attimo, sono rimasta folgorata dalla potenza di queste parole.

Quando le chiedo se sente di essere diventata la persona che sperava di diventare, con una sincerità disarmante ammette di non aver ancora raggiunto quella dimensione ma di essere in una fase di transizione e di stare rimettendo insieme qualche pezzo. 

Dice di sentirsi – qualche volta – in ritardo, ma lo sappiamo bene che la vita non è una continua competizione, nonostante la società ci spinga a sovrapporre la nostra esistenza con quella delle altre persone, alla malsana ricerca di qualche pezzo mancante.  

“Sono però felice di come sono come persona”, afferma: le piace il suo saper accogliere gli altri e il suo saper essere presente. L’empatia, per Virginia, è una forza e lei ne è piena: lo si percepisce quando scrive, quando ascolta, quando parla. 

Si descrive come una persona sensibile ed è una delle cose che preferisco, perché credo che sia proprio la sensibilità a permetterci di percepire ogni sentimento al massimo volume; la sensibilità ci consente di fare grandi boccate d’emozioni di ogni tipo. Non nego, però, che certe volte ci spinge al sabotaggio perché ci costringe al silenzio, incastrandoci inevitabilmente in situazioni che ci feriscono:

“Sto male quando di fronte trovo dinosauri che non riescono a guardare oltre il proprio naso”, dice. E io non potrei essere più d’accordo.

Il suo sliding doors moment? Il momento in cui accetta un’offerta di lavoro in Portogallo come Assistant professor e inizia la sua carriera di ricercatrice, dando quindi una svolta epocale al suo percorso e  mettendo in pausa gli altri progetti che aveva in serbo per se stessa. 

Virginia ha un’idea ben chiara di “come sarebbe andata a finire se…” ma accetta – quasi sempre – con razionalità e serenità le avventure che questa fase di transizione porterà.

Noi di SHE IS A SCIENTIST non possiamo far altro che ringraziarla di cuore per averci aperto una porticina nella sua vita con gentilezza e complicità.

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