DI NICOLE TICCHI

Abbiamo letto “Manuale di istruzioni per comprendere gli umani: che cosa ci insegna la scienza sulla vita, l’amore e le relazioni”, edito da Corbaccio Editore e scritto da Camilla Pang, scienziata e giovane autrice che ha riscosso un grande successo.

Difficile trovare una persona così appassionata di proteine. Che sì, sono effettivamente strutture affascinanti e complesse, ma per come le descrive Camilla Pang vi sfido a non innamorarvene all’istante. Sono un esempio meraviglioso di come la biologia sia tutt’altro che sprovveduta e di come contempli la collaborazione valorizzando l’unicità delle risorse che ognun* (anche le proteine) può mettere a disposizione.

Non è la sola cosa che viene descritta con meraviglia e coinvolgimento in questo libro, ma andiamo con ordine.

All’età di otto anni, a quella che oggi è la dottoressa Pang, viene diagnosticato un disturbo dello spettro autistico e a 26 scopre di soffrire di ADHD. Si era già accorta ben prima, dice lei, di essere diversa da chi aveva intorno. Questo, tuttavia, non le ha impedito di studiare biochimica all’Università di Bristol, conseguire un dottorato di ricerca in bioinformatica presso l’UCL di Londra e di lavorare come ricercatrice post-doc nel campo dell’intelligenza artificiale per un’azienda farmaceutica. Viene da una famiglia in cui lei si riconosce come “via di mezzo”, a metà tra una madre artista e un papà ingegnere, e questa commistione di influenze si sente (legge) tutta nelle parole che scrive, nel modo in cui analizza e comunica ciò che la circonda.

«Gli scienziati che amano la biochimica potrebbero non vedere i paralleli con l’economia. Ma io lo faccio, e questo è un superpotere», ha detto in una intervista al The Guardian.

Ed è proprio nella capacità di fare parallelismi, di trovare legami concettuali insoliti che sta la ricchezza del libro da lei scritto.

Aprirne le pagine è disorientante. Vi troverete davanti, contemporaneamente, a riflessioni sulle emozioni e approfondimenti sulla dinamica molecolare, alla teoria dei giochi e a riflessioni sull’amore, al machine learning e ai rapporti di amicizia. Ma è proprio questa la chiave che rende quelle pagine così scorrevoli e avvincenti, dimostrando che la scienza è davvero, a tutti gli effetti, una costante della nostra vita quotidiana. Una scienza che per lei non è stata una scelta – dice – ma una necessità, un modo per sopravvivere.

Vi sarà capitato, quasi sicuramente, di trovare libri che vi raccontano come è possibile trovare l’equilibrio e l’armonia, ma più difficile è trovare chi usa questo espediente per raccontarvi qualcosa che non sapevate sulla teoria delle onde e sulla frequenza di risonanza. O, parlando di errori, che trova il modo di raccontare come funzionano i cicli di feedback e il deep learning. E dovesse capitarvi di perdere un ombrello cui tenete particolarmente e starci davvero male, sarà forse un buon modo per comprendere più a fondo, come fu per Camilla, l’importanza dell’empatia e la sua correlazione con l’evoluzione e le dinamiche delle relazioni tra esseri umani.

Quando Camilla chiese a sua madre se esisteva un manuale per capire perché le persone si comportano in un certo modo, la risposta che ricevette fu un dispiaciutissimo “no”. Ora che quel manuale esiste ed è stata lei a scriverlo possiamo dire che la condizione con cui convive sin dall’infanzia le ha reso possibile una profonda esplorazione di sé, di come funziona lei in primis e di come ha imparato a far funzionare nel tempo il mondo in cui vive, per non sentirsi sopraffatta anche solo dalle piccole cose quotidiane. Le stesse conoscenze di biochimica e di informatica che le pagano i conti a fine mese le hanno permesso di trovare strategie per vivere meglio la realtà che la circonda e per comprendere quelle dinamiche fra i compagni di classe che, sulla panchina rialzata nel giardino della scuola, osservava in solitudine e con tanto interesse da piccola.

Ci vuole tanto fegato e consapevolezza di sé per raccontarsi con una tale ironia, per dare voce ai numerosi aneddoti, talvolta dolorosi, presenti in questo libro. Qualità meritevole, che le ha permesso di vincere il Royal Society Prize for Science Books e di vedere il suo libro inserito dal Guardian e dal Financial Times fra i migliori libri scientifici del 2020.

Se vi è venuta voglia di leggerlo, cliccate qui 🙂

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