DI MATTEO ANGELUCCI

C’è una signora. C’è un palco. C’è una statuetta. Forse avete capito dove ci troviamo, ma voglio essere più chiaro.

La signora in questione è Lina Wertmuller, la più grande regista italiana ed una delle più grandi di tutti i tempi. Siamo alla notte degli Oscar, ha appena ricevuto l’Oscar alla carriera (piccola precisazione: è il primo Oscar che riceve, non ha mai ricevuto un Oscar per i suoi film, ma d’altronde la stessa sorte toccò ad Ennio Morricone) e nel suo discorso pronuncia queste parole, riferendosi alla statuetta:

“Dovrebbe avere un nome femminile, è una cosa gravissima che si chiami Oscar, dovrebbe chiamarsi Anna”

Ecco: queste parole, molto ironiche sicuramente, aprono secondo me uno squarcio nel panorama cinematografico. Restando sul tema dell’Oscar, vorrei puntualizzare qualche dato. 

Dal 1929 (prima volta in cui si assegnarono gli Oscar) ad oggi le nomination agli Oscar sono state oltre diecimila. Il numero è davvero folle, ma lo è ancora di più se facciamo una scrematura: se togliamo infatti quelle relative ai singoli uomini e ai team, ci rendiamo conto che soltanto il 14% delle candidature riguarda le donne, da sole. Sono poco più di 1400, dunque, le donne nominate agli Oscar, 

Ma ancora più imbarazzante è il dato relativo alla nomination come Miglior Regista. Sono solo cinque le donne registe che hanno ricevuto una nomination – in questa cinquina indovinate chi troviamo? Sì, proprio Lina Wertmuller – a fronte di ben 449 uomini. Badate bene, ho detto nomination non a caso. Perché di queste cinque addirittura una sola ha vinto come miglior regista ed un’altra come miglior sceneggiatura. Sono rispettivamente: Kathryn Bigelow e Sofia Coppola (si, la figlia di Francis Ford Coppola). 

La statuetta per il Miglior Film viene comunemente portata a casa dal produttore della pellicola, benché assegnata anche al regista. Fino al 1950 erano tuttavia proprio le case di produzione a ricevere il premio, senza alcuna menzione al regista: una situazione davvero all’avanguardia per i tempi, considerando che non veniva lasciato posto ad alcun divario di genere. Dopo quella data, invece, le cose cambiano: la statuetta viene assegnata e ritirata dal regista del film. Abbiamo un totale di 379 nomination, e solo in 13 figurano delle donne: nessuna ha mai vinto l’Oscar per il Miglior Film. 

Se i dati precedenti vi hanno fatto impallidire, frustrare, arrabbiare, aspettate di vedere i prossimi.

Gli Oscar relativi alla musica hanno visto un totale di 23 categorie, per 1238 nomination: le donne ricoprono solo l’1,6% di questa cifra. Il dato peggiore, però, è senza dubbio quello per la Miglior Fotografia: su 609 candidature, le donne compaiono una sola volta. Rachel Morrison è stata nominata nel 2018, “alzando” il dato a un critico 0,16%.

La ragione di fondo di questi dati sta sicuramente nel problema del gender pay gap: ovvero detto più semplicemente, le donne guadagnano meno degli uomini.

Vorrei lasciarvi con un pensiero. Anzi, forse farei meglio a dire, con una speranza. Mi ricordo benissimo le parole del regista italiano Paolo Genovese, che dopo aver vinto il David di Donatello come miglior film per “Perfetti Sconosciuti” disse, ironicamente:

“Sono un po’ emozionato scusate faccio commedie, non sono abituato a vincere premi”. Mettendo da parte il mondo di discorsi che si potrebbero aprire dietro questa frase, dico solo che se fossi stato una donna, dopo aver ricevuto un qualsiasi premio, mi sarei immaginato dire: “Sono un po’ emozionata scusate, sono donna non sono abituata a vincere premi”. Sì, perché vorrei che un giorno si sentisse dire in televisione: and the Anna goes to…………….

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Matteo Angelucci, 26 anni, è laureato al Dams (Discipline delle arti, musica e spettacolo) di Roma Tre. A Marzo 2022 si è laureato al Citem (cinema, televisione, produzione multimediale) a Bologna , portando una tesi sugli stereotipi di genere nel cinema e facendo un excursus che prende in esame la storia del cinema per vedere come e se è cambiata nel tempo la concezione della donna davanti e dietro lo schermo, e se in positivo o in negativo. 

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