DI VALENTINA IESARI
Il turismo sostenibile o naturalistico è basato sulla tutela del capitale naturale e fornisce un ambito di sviluppo economico alternativo. E’ quanto osservato in merito ad alcune donne indigene dell’India nord-orientale, in particolare di quelle dello stato di Meghalaya; qui una parte considerevole della popolazione femminile è stata coinvolta in attività ricettive e commerciali legate al turismo. In tale contesto, questo nuovo approccio di sviluppo sembra aver portato ad un aumento del reddito delle donne indigene e, allo stesso tempo, ad una domanda crescente di turisti interessati alla gestione sostenibile delle risorse naturali della regione.
Per comprendere più nel dettaglio il fenomeno, è stato compiuto uno studio esaminando tre principali siti turistici. E’ stata analizzata la tipologia di livello occupazionale delle donne indigene, ed è stato quindi possibile valutare se queste ultime abbiano avuto un beneficio dalla crescita turistica dell’area. Infatti, nello stato di Meghalaya c’è stato un incremento per il turismo sostenibile per la presenza dell’area naturalistica di Cherrapunjee, che favorisce attività come il trekking o l’hiking in foreste e aree montuose.

Il comune settore turistico genera un tipo di reddito locale, coinvolgendo quattro distinte categorie in relazione al tipo di ricavo:
- salari da lavoro formale
- guadagni da vendita di beni, servizi o lavoro occasionale
- profitti derivanti da proprietà locali
- reddito collettivo, in caso ad esempio di partnership tra aziende della comunità
Le donne indigene di Meghalaya sono membri di comunità familiari matrilineari, quindi i guadagni economici relativi alle attività domestiche, come quelle legate al settore alimentare e alla produzione manifatturiera, sono tutti gestiti dal comparto femminile della popolazione. Il guadagno è esiguo, ma è sufficiente per coprire i bisogni della famiglia e le tasse scolastiche per i bambini. Altre attività più organizzate e redditizie sono invece ancora sotto il controllo degli uomini e le occupazioni a livelli più alti nel mercato del lavoro sono poche e limitate ai nuclei famigliari con un elevato grado d’istruzione.
Alcuni dati raccolti nella capitale di Meghalaya ci raccontano che il 55% degli uomini intervistati durante l’indagine sono laureati, contro l’8% delle donne. Inoltre, il 41% di questi uomini sono impiegati in hotel e ristoranti a discapito della controparte femminile. Infatti, la maggior parte delle donne intervistate sono risultate essere poco istruite e il 23% di loro sono impiegate in fast food o street food, quando non direttamente disoccupate. Si comprende da questo che le donne indigene del nord-est dell’India non sembrano riuscire a trarre beneficio dal settore turistico in sé per sé. Come per altri settori, infatti, anche in questo caso sembra verificarsi il fenomeno della piramide di genere, dove i livelli inferiori e le occupazioni con carente opportunità di carriera sono dominati dalle donne, mentre le posizioni manageriali sono prerogativa degli uomini.

Il turismo sostenibile, rispettoso della tutela e di un corretto uso delle risorse naturali, vuole proporsi allora come un’opportunità lavorativa per le donne indigene e permettere loro di raggiungere quindi un migliore standard di vita. Le botteghe alimentari e artigianali gestiste dalle donne si propongono come il punto di partenza per questa trasformazione; i prodotti fatti in legno, ad esempio, si dimostrano una fonte di reddito efficace, senza avere un impatto negativo sull’ambiente locale.
Tuttavia, manufatti e coltivazioni risentono delle variazioni stagionali nel flusso dei turisti. Quando la domanda verso il settore dell’ospitalità, costituito da alberghi e ristoranti, cala, allo stesso modo gli agricoltori o i piccoli manifatturieri, che ricavano la materia prima da foreste e raccolti, non riescono a rivendere il risultato del loro lavoro, come cibo e telai fatti a mano. Vi è quindi una interconnessione stretta tra gli arrivi dei visitatori e il turismo naturalistico, costantemente influenzato anche dai cicli ecologici delle risorse.
La gestione matrilineare e tribale delle donne indigene indiane può però risultare un fattore di forza per queste nuove imprese. Per matrilinearità si intende un sistema di discendenza per linea materna, nel quale i figli ereditano la posizione sociale e il possesso dei beni dalla madre. Un concetto esplicato nell’ambito economico che sembra consentire un consolidamento dell’attività a gestione familiare in grado di far fronte alle problematiche inerenti ai flussi turistici.
Nonostante questo, però, lo status educativo delle donne è sensibilmente inferiore a quello della controparte maschile, che riesce quindi ad avere un reddito migliore e ad occupare posizioni manageriali. Sono quindi necessari investimenti da parte delle autorità governative nel far riconoscere e sviluppare il potenziale del turismo sostenibile sviluppato dalle donne indigene.
Vuoi saperne di più? Scopri la bibliografia!
- Utpal Kumar De (2013) Sustainable Nature-based Tourism, Involvement of Indigenous Women and Development: A Case of North-East India. TOURISM RECREATION RESEARCH VOL. 38(3): 311-324.
- De U.K. & Devi A. (2010) Nature Based Toursim, Seasonal Variation and its Impact on Emplyment and Income: Evidence from Meghalaya. Journal of Environmental Management and Tourism 1(2): 166-131.
- GOVERNMENT OF MEGHALAYA (GOM) (2010). Statistical Report – Various Issues. Meghalaya. Directorate of Tourism.
- D U.K. & Ghosh B.N. (2004) Status and Empowerment of Women vis-à-vis Development and Welfare. In De, U.K., and Ghosh, B.N. (Eds) Issues on Empowerment of Women. New Delhi. Mohit Publication: 1-16.
- Gee C.Y., Makens, J.C. & Choy, D.J.L. (1997). The Travel Industry (Third Edition). New York. Van Nostrand Reinhold. No. 5. September/October 2000: 12-14.