Come ha influito la pandemia sull’uguaglianza di genere nella ricerca? Che effetti ha avuto il lockdown sulle pubblicazioni? Gli articoli sui media ne parlano da mesi, raccogliendo testimonianze, riportando stime e raccontando una realtà amara e che sa ben poco di parità.
Laura Inno, Alessandra Rotundi e Arianna Piccialli, le ospiti di questa live, sono autrici di un articolo pubblicato su Nature a ottobre 2020, che analizza il numero di pubblicazioni nel settore della ricerca astronomica durante i mesi in cui la pandemia ha causato un rallentamento delle attività e le ha confrontate con quello degli anni precedenti nello stesso periodo. Vedremo insieme a loro quello che i dati raccontano e come questi possano aiutarci a fare considerazioni su situazione di disparità nella ricerca che in questo anno si è accentuata ulteriormente.
Scopri le ospiti della live!
Laura Inno, ricercatrice
Laura Inno si è laureata in Scienze dell’Universo nel 2011 e ha conseguito il dottorato di
ricerca in astronomia cum laude nel 2014 presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Durante il dottorato ha però svolto la sua attività di ricerca prevalentemente presso
l’European Southern Observatory, a Monaco di Baviera, in Germania, dove si è occupata
di stelle variabili pulsanti (in particolare Cefeidi Classiche) e del loro utilizzo come
indicatori di distanza per la determinazione delle velocità di espansione dell’Universo.
Successivamente, ha lavorato presso il Max Planck Institute for Astronomy di
Heidelberg, sempre in Germania, dove si è occupata ancora di stelle Cefeidi, ma stavolta
utilizzate come sonde per esplorare la nostra Galassia. Da un anno è rientrata in Italia,
avendo vinto una posizione all’Università Parthenope di Napoli tramite un bando PON
ministeriale per il rientro dei cervelli, dove collabora nel gruppo di Astrofisica e Scienza
dello Spazio diretto dalla professoressa Alessandra Rotundi, ed insegna Fisica.
Durante la sua carriera da ricercatrice, ha preso parte a prestigiose collaborazioni internazionali,
organizzato conferenze scientifiche e pubblicato numerosi articoli su riviste specialistiche
di respiro internazionale. Le sue esperienze spaziano dall’osservazione all’analisi e
interpretazione di dati fotometrici e spettroscopici, analisi di serie temporali e tecniche di
machine learning, e l’hanno portata più volte in Cile e alle Canarie per utilizzare i telescopi
europei più grandi al mondo. All’interno del gruppo Parthenope, si occupa principalmente
di scienze planetarie, sia nel Sistema Solare che in sistemi esterni, ed è parte del team
internazionale della futura missione ESA Comet Interceptor.
Arianna Piccialli, ricercatrice
Laureata in astrofisica all’Università Federico II di Napoli, dopo un dottorato al Max Planck Institute di Katlenburg-Lindau (un paesino sperduto nella campagna tedesca) e diversi postdoc in giro per l’Europa (Olanda, e Francia) da quattro anni lavora a Bruxelles, all’Istituto di Aeronomia Spaziale del Belgio (BIRA-IASB). Studia le atmosfere planetarie, in particolare Marte e Venere. Recentemente si è interessata al gender inequality e da pochi mesi è uscito un suo articolo sulla partecipazione delle donne nelle missioni spaziali dell’ESA. Fa anche parte della commissione Diversity and Inclusion dell’Europlanet Society.
Alessandra Rotundi, professoressa ordinaria
Professoressa ordinaria di Astronomia e Astrofisica, presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, Italia, si è laureata in Fisica
all’Università di Roma “La Sapienza” e ha preso il titolo di Dottorato in Ingegneria Aerospaziale
presso l’Università di Napoli “Federico”.
Ha coordinato l’unico team italiano selezionato dalla NASA dedicato all’analisi dei campioni di
polvere raccolti nella chioma della cometa Wild2 e riportati a Terra dalla sonda spaziale
Stardust/NASA.
È stata la responsabile dello strumento GIADA, che ha volato a bordo della sonda Spaziale
Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea, per la caratterizzazione della chioma di polvere della
cometa 67P.
Nel 2017 è stata invitata dall’Università di Parigi-Sud come “Professeur Invités”.
E’ la responsabile nazionale della missione Comet Interceptor dell’Agenzia Spaziale Europea,
che caratterizzerà una cometa dinamicamente nuova o un oggetto interstellare (lancio
previsto per il 2029).