Ci siamo incontrate virtualmente in un venerdì mattina di metà settembre, con un tempo da lupi e una luce non proprio ottimale per registrare un’intervista. Ma la sua luminosità, la passione e le storie hanno preso il sopravvento e la nostra chiacchierata è andata ben oltre le aspettative.

Donne e scienza nel tempo: chi sono le protagoniste che hanno contribuito a scrivere la storia della scienza e che sembrano essere state dimenticate per tanto tempo dai libri di scuola su cui noi tutte e tutti abbiamo studiato?

Cosa possiamo imparare leggendo le biografie di tutte queste donne?

Abbiamo fatto passi avanti in questi ultimi decenni nella valorizzazione delle donne nel progresso scientifico?

“Io dico alle ragazze e a noi tutte: a volte è necessario andare controcorrente, sostenere fermamente i propri principi e le proprie intuizioni. Una regola che dovremmo adottare è quella del pensiero divergente, in ogni situazione. Dobbiamo essere coraggiose, non restare dentro gli schemi, ma cercare di uscirne”

Sara Sesti

Guarda l’intervista per scoprire di più!

Sara Sesti, insegnante di matematica e ricercatrice in storia della scienza, fa parte dell’Associazione Donne e Scienza. Ha curato per il Centro PRISTEM dell’Università Bocconi la prima ricerca italiana sul rapporto delle donne con la scienza, uno studio che ha prodotto nel 1997 la mostra “Scienziate d’occidente. Due secoli di Storia” e che tutt’oggi prosegue.

Cura la Pagina Facebook: “Scienziate nel tempo di Sara Sesti” riconosciuta col Premio “Immagini amiche”, istituito dall’ Udi con il patrocinio del Parlamento Europeo, per “premiare la comunicazione che costruisce un’immagine positiva, senza stereotipi di genere e senza immagini sessiste”.

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Sara Sesti ha pubblicato con Liliana Moro il volume “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, Milano, 2020.

Più di cento scienziate tenute in ombra per secoli vengono restituite alla memoria: le matematiche Maria Gaetana Agnesi, Emmy Noether e Maryam Mirzakhani, prima donna a ricevere la medaglia Fields; le astronome Vera Rubin e Jocelyn Bell-Burnell, scopritrici della materia oscura e delle pulsar; le economiste Rosa Luxemburg, Joan Robinson e Elinor Ostrom, attente alle questioni politiche e sociali.
Ampio spazio è dedicato alle Nobel – da Marie Curie a Esther Duflo – e alle donne cui il premio è stato negato, come Lise Meitner e Rosalind Franklin. Un’attenzione particolare è rivolta alle scienziate italiane, da Laura Bassi e Anna Morandi-Manzolini, prime docenti universitarie nella Bologna del Settecento, a Ilaria Capua e Fabiola Gianotti, prima donna a dirigere il Cern di Ginevra, passando per Margherita Hack e Rita Levi Montalcini.
In questa nuova edizione vengono ricordate le ricercatrici che in diverse epoche hanno realizzato importanti lavori collettivi: le astronome dei Cataloghi stellari dell’Ottocento, le programmatrici di Eniac, il primo calcolatore digitale, le ricercatrici del Progetto Manhattan, che contribuirono all’ ideazione e alla costruzione della bomba atomica, e le scienziate afroamericane dei primi programmi spaziali della Nasa.
In copertina l’attrice hollywoodiana Hedy Lamarr. È famosa per la sua bellezza ma quasi nessuno sa che negli anni Quaranta inventò lo Spread Spectrum, una tecnologia oggi usata per il Wi-Fi.
Chi dice che le donne non sono portate per la scienza?

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