Mi chiamo Roberta, ho 37 anni, vivo vicino a Treviso e mi è stato chiesto di scrivere queste righe per portare la mia esperienza, nella speranza che anche la mia voce assieme a quella di altre donne possa raggiungere chi si trova in difficoltà, chi si interroga sul proprio percorso e sui propri obiettivi anche mettendoli in discussione, chi stanco delle “porte chiuse in faccia” stia forse pensando di lasciare ogni sogno e ogni cosa fatta finora.
Per questo, senza pretesa di fornire indicazioni e verità assolute, spero con una storia, la mia storia, di riuscire a mostrare una delle tante vie, la mia via, che mi ha portato fin qui oggi a scrivere con orgoglio che IO SONO UNA SCIENZIATA.
La scoperta della passione e la passione per la scoperta.
Non ho ricordi di me, nemmeno da bambina, di momenti in cui la mia curiosità e il mio interesse non fossero focalizzati sull’amore per la matematica e le scienze della terra, i giochi di logica, la ricerca e continua scoperta del territorio in cui crescevo, della sua storia e delle cose che lo rendevano concreto. I sassi, i fiumi di risorgiva, le ville commissionate dai patrizi veneziani al tempo della Serenissima, i toponimi, i vicini e silenziosi resti ancora per la maggior parte interrati della romana Altinum che immaginavo potessero raccontarmi storie favolose, gli antichi mestieri in cui riconoscevo gli affetti di famiglia e le origini dei nomi, e quella curiosità di voler comprendere ed assorbire tutto di quanto mi circondasse, fino alla sua essenza: tutto questo era per me molto più interessante delle bambole o, crescendo, della compagnia dei miei coetanei e dei luoghi allora maggiormente frequentati dai ragazzi.
Così, sostenuta e incoraggiata dalla mia famiglia a seguire quel percorso di istruzione e formazione che ritenevo in linea con i miei interessi, ho scelto di approfondire lo studio delle scienze ma in un contesto che non tradisse il mio interesse per le cose del passato.
Avevo individuato un corso di Laurea triennale in scienze e tecnologie chimiche in cui la scienza chimica veniva declinata nel comparto dei Beni Culturali: mi sarei formata su ciò che davvero mi appassionava, e esame dopo esame vedevo sempre più chiaramente cosa volevo essere “da grande”. Ed ecco che, con il conseguimento della Laurea triennale, era arrivato il momento per me di scegliere: continuare gli studi con l’allora Laurea Specialistica (opzione che, a dirla tutta, la mia famiglia dava per scontata vista la mia indole curiosa ed i buoni risultati negli studi), oppure lasciare gli studi e “cercarmi un lavoro”. Era l’inizio del 2006 e la mia decisione era ormai presa, e non era certo quella attesa dalla mia famiglia. Caparbia, cocciuta e testarda, senza cedere a compromessi proposti anche dall’evidenza dei fatti, avevo scelto di sospendere gli studi col titolo triennale per “mettere il naso nel mondo del lavoro e vedere l’aria che tira. Ché tanto l’Università, se del caso, la posso sempre continuare più in là”. Senza alcuna “rete di salvataggio”, senza conoscenze dirette con realtà pubbliche o private, mi sono letteralmente tuffata innanzitutto nel mondo della PMI e delle professioni ordinistiche.
Non è stato un tuffo confortevole.
La lontananza dalla realtà e la concretezza nell’affinità.
Ci era voluto pochissimo per capire che la “chimica del restauro” era al tempo quasi la Cenerentola delle attività, quella che c’è ma non si vede, quella che tutto sommato basta allegare le prove del laboratorio e via. Io non servivo, non vi era alcuna possibilità di ottenere il così detto “posto fisso”, il valore delle competenze in questo comparto era poco conosciuto tanto nell’immaginario comune quanto presso diverse Istituzioni, tanto che venivo chiamata Architetto, Ingegnere, Restauratrice… Non volevo demordere, io non ero e non sono nessuna di quelle etichette, io ero e sono un Chimico del restauro. Volevo fare quel lavoro che era già nella mia testa, il “mio” lavoro, ma a quanto pareva questo non sembrava adattarsi alle domande del mercato.
Famigliari e conoscenti mi osservavano perplessi e preoccupati mentre mi barcamenavo tra lavori gratis presi quasi supplicando per dimostrare l’importanza della diagnostica su beni culturali, le ripetizioni di matematica e fisica ogniqualvolta mi fosse richiesto, un lavoretto notturno come guardarobiera in discoteca, poco tempo per dormire, pochi soldi per mantenermi, sempre più rabbia nel vedermi irrisolta, con dubbi sempre maggiori e nessuna risposta pronta, a spendere decine di minuti solo per descrivere a estranei quali erano le mie competenze e a trovarmi clamorosamente indietro con il ritmo di vita che sembrava coinvolgere tutti gli altri miei coetanei.
Solo nello scambio di vedute e di esperienze tra Colleghi Chimici e pochi altri Professionisti afferenti ad altri Albi o Elenchi trovavo solidarietà ed empatia nel riscontrare criticità che accomunavano tutti. Ostacoli che rendevano “invisibile” – se non nella sua sola accezione negativa – non solo la figura del Chimico, non solo l’impegno di una donna in una professione scientifica, ma anche la stessa chimica calata opportunamente nella conservazione, restauro e monitoraggio di Beni Culturali. Avevo finalmente trovato chi, come me, stava rincorrendo ancora un sogno, chi ha riposto in me la sua fiducia e chi ha creduto in me, come persona e come Professionista, tanto da propormi ed accompagnarmi in un confronto di ampio respiro che coinvolgesse tra le varie anche la difesa della professione, la promozione dell’attività del Chimico ed in particolare del Chimico nel restauro, anche nel confronto diretto con la PA e le altre Professioni Ordinistiche. Ero stata eletta in quello che era il Consiglio Nazionale dei Chimici, dal 2018 Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici.
La strada per un sogno.
Oggi lavoro con maggiore serenità e consapevolezza dal momento che negli ultimi anni, grazie allo spirito di squadra con i Colleghi e ad una costante azione di monitoraggio normativo, finalmente il MiBACT ha riconosciuto la professione di Chimico Esperto in diagnostica su beni culturali nell’Elenco dei Professionisti del restauro. Sono attenta alle politiche di genere e seguo le attività che la Federazione porta avanti nell’ambito delle Pari Opportunità augurandomi che i giovani che desiderano svolgere questa professione non debbano trovare tutti gli ostacoli che io stessa ho incontrato. Mi prendo maggiormente cura della mia persona, dei miei obiettivi, della mia mente. Mi sono iscritta alla Laurea Magistrale in Chimica e continuo a formarmi come professionista. Cerco di parlare della mia attività con più gente che posso non tanto per mettermi in vetrina, quanto per cercare di aprire la strada ad altri giovani appassionati Colleghi e Colleghe che desiderano svolgere questa professione che a me riempie così tanto il cuore. Non guardo più al futuro con dubbi e rabbia, ma con la certezza della positiva sinergia tra diverse Professioni, con la riconoscenza per aver avuto l’opportunità di impegnarmi e vincere la partita sul riconoscimento della mia professione da parte dello Stato, e per avere accanto persone, prima ancora che Colleghi, che continuano a credere a una forza che nemmeno io sapevo di avere.
Ma è tutto qui? No, non mi sento “arrivata”, al contrario davanti a me la strada è ancora lastricata di studio e lavoro ed è sempre in salita. Credo però che in questo complicato anno 2020, che in un modo o nell’altro ha segnato le vite di tutti, sia quanto mai necessario trovare dentro o fuori di noi motivazioni, memorie, grinta e il coraggio di sognare un futuro da costruire non solo per noi stessi ma tale da poter essere condiviso in maniera positiva e proattiva con la collettività. Quel coraggio che se prestiamo attenzione troveremo tutti nel nostro animo e che ha bisogno di essere consapevolmente riconosciuto e sempre nutrito di fiducia non solo in noi stessi, ma anche nella bontà delle competenze acquisite e nella nostra capacità di calarle in un contesto concreto cercando sempre il confronto costruttivo con altre professioni. Solo allora quel coraggio lo sentiremo veramente come nostra prerogativa, e ci aiuterà a perseguire obiettivi concreti.
Sono una donna. Sono una scienziata. Ma prima di tutto, come tanti di voi che state leggendo, sono una sognatrice. Lottate per i vostri sogni, rendeteli concreti e costruiteci il vostro futuro.
Dott. Chim. Ir. Roberta Giacometti, Conservation scientist