Gli stereotipi culturali come l’idea che gli uomini siano più adatti a un lavoro retribuito e le donne siano invece più inclini a prendersi cura della casa e della famiglia possono contribuire agli squilibri di genere nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM), tra le varie tipologie di disparità di genere presenti nella nostra società.
Quanto conta il linguaggio nella nascita, nel mantenimento e nell’affermazione degli stereotipi culturali? O sono forse gli stereotipi stessi a far sì che il linguaggio assuma una certa forma?
Non è facile decidere quale delle due ipotesi prevalga, ma non è detto che non possano in realtà coesistere entrambi i casi.
Uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour, suddiviso in due filoni di indagine, ha affrontato proprio questo aspetto, chiedendosi:
Questi stereotipi possono essere appresi dalla lingua?
Possiamo distinguere tra due principali fonti di informazione che contribuiscono agli stereotipi di genere. La prima è l’esperienza diretta, ovvero ciò che vediamo e con cui veniamo a contatto nel corso della nostra vita. La seconda è la lingua: apprendiamo informazioni in maniera indiretta, imparando a immaginare situazione e persone anche senza averle mai viste in prima persona, ma cogliendo elementi e aspetti attraverso quanto ascoltiamo e intuiamo.
Le lingue codificano il genere in più modi, che includono elementi specifici per il sesso, nomi propri, pronomi, alcuni tipi di lavoro ed elementi legati alle associazioni linguistiche.
Un’altra fonte di informazioni linguistiche proviene dall’esplicitazione del genere propria di alcuni sistemi grammaticali, presente in circa il 30% delle lingue, dove ad esempio il “sesso” di un mestiere deve essere specificato e correlato alla persona in questione.
Il fatto che le associazioni di genere nella lingua sono correlate con le associazioni di genere implicite ed esplicite delle persone può essere interpretato in diversi modi. Una possibilità è che alcune culture abbiano stereotipi di genere più forti e questi si riflettono in come le persone parlano. Pertanto, la lingua in questa visione riflette semplicemente associazioni preesistenti. Un’altra possibilità è che il linguaggio possa non solo riflettere stereotipi preesistenti, ma anche fornire una fonte di informazioni per apprenderli, costituendo così un’influenza causale sulle associazioni che le persone interiorizzano.

Lo studio
Un metodo ampiamente utilizzato per quantificare gli stereotipi culturali a livello individuale e di gruppi più allargati è l’Implicit Association Test (IAT).
In questo studio sono stati utilizzati IAT precedentemente progettati per misurare un particolare tipo di stereotipo di genere, ovvero la tendenza ad associare gli uomini alle carriere e le donne con la cura della famiglia (N = 657.335). I dati raccolti coprono 39 paesi, permettendo così di valutare come le associazioni di genere implicite a livello di gruppo variano in funzione della lingua a cui i partecipanti sono esposti.
Lo studio si è diviso in due filoni:
- Nel primo filone dello studio si cerca di determinare se le associazioni di genere derivate dalla struttura distributiva delle diverse lingue siano in grado di predire risposte nello IAT.
- Nel secondo filone invece si esamina come le associazioni psicologiche misurate dallo IAT e dalle associazioni linguistiche rilevate siano correlate ad aspetti più strutturali del linguaggio.
I risultati
Le lingue che codificano gli stereotipi di genere più fortemente tendono ad avere speaker con associazioni di genere stereotipate più forti.
Si è osservato che le lingue che hanno forti associazioni di genere incorporate nella loro struttura distributiva tendono ad avere speaker che esprimono associazioni implicite più forti. Inoltre, è stata identificata una relazione positiva tra le caratteristiche del linguaggio strutturale, come la prevalenza di termini occupazionali contrassegnati dal genere, e la forza delle associazioni implicite delle persone.
Una scoperta interessante riguarda la relazione sostanziale tra età media del paese e IAT riferito alla correlazione genere-carriera: paesi con una popolazione più anziana tendono ad avere questo tipo di associazione in maniera più forte. Una possibilità per spiegare questo fenomeno è che i partecipanti più giovani provenienti da paesi con popolazioni più anziane hanno maggiori probabilità di essere esposti a questo tipo di associazioni da linguaggi appresi da persone anziane.
Inoltre, le differenze a livello di gruppo nelle associazioni implicite sono fortemente correlate con la forza delle associazioni di genere codificate nelle di diverse lingue. Questo modello suggerisce che la lingua può essere una fonte importante dell’esperienza culturale: il mero processo di ascolto e produzione il linguaggio espone ad elementi che possono portare alla formazione di stereotipi culturali.
Prospettive
Trattandosi di risultati preliminari, nonostante sia stata coinvolta una larga parte della popolazione, ci sono due ulteriori domande che i ricercatori credono possano essere poste per la prosecuzione della ricerca.
In particolare, sarebbe interessante capire quanta esposizione alla lingua è sufficiente per produrre differenze nelle credenze e quanto le associazioni apprese sono adattabili ad altre fonti di informazione.