Di Virginia Marchionni

Multipotenziale, timida e pratica: così si definisce Margherita Cortini, attualmente ricercatrice in ambito oncologico all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. “Nella vita non riesco ad appassionarmi a un ambito solo. Mi piace il mio lavoro, ma ho anche tanti altri interessi”, mi rivela raccontandomi, tra l’altro, della sua attività di divulgazione sui social. Margherita da qualche anno, infatti, è interessata al cambiamento climatico e in particolare agli effetti di quest’ultimo sulla salute umana. Ha deciso di parlarne su Instagram e Tik Tok perché è convinta che anche le azioni del singolo individuo possano promuovere un cambiamento sociale. “Certo: devo conciliare il fatto di voler fare mille attività con la mia timidezza, e questo a volte mi frena. Anche stare sui social ogni tanto mi imbarazza”, continua a raccontarmi quando le chiedo di più su di lei. “E poi: sono una persona molto pratica”, conclude, “per portare a termine tutto quello che voglio fare devo essere organizzata. Ho anche due bambini piccoli, quindi cerco di conciliare vita lavorativa, passioni, famiglia, e ritagliarmi anche del tempo per me”.      

Margherita è napoletana. Dopo la laurea in biotecnologie mediche si è trasferita a Milano, dove ha fatto il dottorato di ricerca studiando il folding delle proteine del reticolo endoplasmatico. “Sicuramente questo è stato uno dei miei sliding doors moment”, mi racconta, “sono andata a Milano pensando che dopo qualche mese sarei tornata a Napoli. Invece sono rimasta, e questo ha decisamente cambiato la mia vita”. A Milano Margherita si è infatti formata sia come ricercatrice che come persona. “È stata una prova di coraggio: il primo momento in cui davvero ho dovuto cavarmela da sola”, aggiunge.

Un altro momento importante nella vita di Margherita? Quello in cui per motivi personali ha deciso di rimanere a fare ricerca in Italia. “Avevo conosciuto il mio attuale marito. Questo ha sicuramente influenzato la mia carriera, ma non rimpiango nulla”, mi racconta serena. Il peso che Margherita dà adesso al lavoro è infatti parziale. Si integra con gli altri ambiti della sua vita che reputa fondamentali: la famiglia e le passioni. 

Quando le chiedo se ritenga di essere diventata la persona che sperava di diventare da piccola, Margherita mi risponde che lei è sempre in evoluzione, e anche da bambina non aveva delle vere e proprie aspettative su sé stessa. “Sono contenta della persona che sono oggi, ma sono sicura che non sarò la stessa tra cinque anni”, mi dice. “Adesso vorrei imparare lo spagnolo, e mi sono lanciata nello yoga”, ride.

Qualche tempo fa Margherita ha incrociato nel suo cammino l’Associazione “She is a Scientist” e ha deciso di farne parte. “Il mondo della ricerca per le donne è terrificante e sempre in salita”, mi rivela. Ha sempre pensato, infatti, che negli ambienti scientifici ci fosse un disequilibrio tra uomini e donne, fin da quando durante i suoi anni da studentessa universitaria si è resa conto che i suoi professori erano tutti uomini. Anche durante la carriera lavorativa non sono mancate occasioni in cui Margherita ha capito quanto il cambiamento fosse necessario. “Una volta, quando ero a Milano, è venuto uno scienziato molto importante dall’estero”, mi racconta, “ci disse chiaramente che, se una donna voleva fare carriera nella ricerca, non poteva avere una famiglia, e viceversa. Per lui non c’era alternativa, e questo mi fece arrabbiare.”     

Quando chiedo a Margherita cos’è per lei She is a scientist, mi risponde che ognuna di noi vive quotidianamente le stesse problematiche e che, mettendo insieme persone che vivono sulla loro pelle i medesimi problemi quotidiani, ci si può dare forza a vicenda e costruire un cambiamento. “She is a scientist è un luogo che somiglia a casa, che accoglie e capisce tutt* quant*”, conclude.  

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